venerdì 7 maggio 2010

Lilli e il piano B


Alle sette di mattina Lilli non era mai di buon umore.
Si ricordava a malapena il suo nome e si interrogava sul perché si trovasse di fronte ad un pentolino con due (due!) biberon a bagnomaria piuttosto che sotto quattro o cinque strati di coperte a dormire della grossa.
Accanto a lei c'era un tizio dall'aria familiare -ah, sì, suo marito!- che preparava due tazze di latte macchiato e parlava a macchinetta di qualcosa che il suo cervello addormentato non riusciva a mettere a fuoco.

Quel giorno poi si presentava particolarmente duro, oltre alle solite quisquilie (lavoro, bambini, faccende) sul calendario la data era segnata di rosso e accanto c'era la scritta che nessuna donna alle sette di mattina vuole leggere.
"Ore 17.00 dott. Cavalli, ecografia al seno".
Tra le signore della sua famiglia c'era una discreta propensione a un certo tipo di disturbi, e una volta all'anno le toccava controllarsi per poter star tranquilla, e non c'era verso di scamparla, a meno che non fosse stata disposta ad affrontare l'ondata di rimproveri da parte di zie, mamme, sorelle, nonne, cugine e cognate appena il suo bigino fosse venuto a galla.
E intanto Franti continuava a parlare.
-...economia allo sfascio...anomalia nelle borse....-
Ah ecco, economia.
Il miglior argomento al mondo per farsi venire il buon umore di prima mattina, secondo forse solo ai bracconieri che scuoiano i cuccioli di foca, i nazisti che gassano i bambini e la fine del mondo nel 2012.

-Che hai?- chiese Franti, notando il suo grugno.
-Non me ne importa niente dei problemi economici di Wall Street - brontolò Lilli. -Ho problemi economici molto più seri io!
-Più seri delle stock options o dei flussi finanziari?
-Molto di più! Mai una volta che i soldi mi bastino per arrivare a fine mese o che riesca farci uscire qualcosa di piacevole per noi. Ogni volta che cerco di mettere da parte qualcosa salta fuori una spesa imprevista, tipo il radiatore della macchina da cambiare o che so io. Prendi oggi ad esempio: devo andare a farmi sprimacciare le zinne da un tizio, e non solo non provo alcuna attrazione fisica nei suoi confronti ma come se non bastasse devo anche pagarlo settanta euro, mica bruscolini!
Franti buttò un'occhiata al calendario e gli scappò un mezzo sorriso.
-Certo - ammise - fosse stato lui a dare settanta euro a te, sarebbe stato molto meglio.
-Infatti! E poi ho rifatto il mio solito incubo.
-Quale? Quello che siamo diventati così tanto poveri che tu sei costretta ad andare a battere il marciapiede per poter sfamare i figli?
-Proprio quello- mugugnò la ragazza, bevendo un sorso di caffellatte. -Ma stavolta era ancora più umiliante.
-E perché?
-Perché non si fermava nessuno. Tutti i puttanieri del mio incubo mi buttavano un'occhiatina di compatimento e poi passavano oltre.
-Oh poverina! Ma no, non ti preoccupare. Sei ancora una bella donna: sono sicuro che almeno un puttaniere riusciresti a fermarlo.
-Solo uno?- chiese Lilli un po' piccata.
-Tanti, tantissimi- si corresse al volo Franti.
-E infatti alla fine del sogno una macchina si fermava- puntualizzò lei, con trionfo.
-Hai visto? Ero sicuro che ce l'avresti fatta- la incoraggiò lui.
-Solo che - aggiunse Lilli delusa - quando mi giravo mi accorgevo che dentro la macchina c'eri tu.
-Ah! In effetti questo non avrebbe risolto di molto la nostra situazione economica.
-Ma sai una cosa? Alla fine mi è venuta un'idea, proprio mentre mi svegliavo.
-E' anche per questo che ti amo, perchè nella situazione più grottesca e disperata, quando va tutto storto e sembra non esserci più speranza, tu riesci sempre a pensare ad un piano di riserva, a un modo per poter comunque andare avanti. E dimmi, nel caso che si avveri questo tuo incubo, qual'è il tuo piano B?
- Sei tu, amore. Male che va, mandiamo anche te sul marciapiede.
-Ehm, ecco, hai visto?- rispose Franti, con voce un pelino stridula. -Una soluzione si trova sempre....