Facilissimo e divertente! Provateci anche voi...
OTTO PAROLE (sentite al ristorante macrobiotico): bimba, sali, principale, semaforo, pizzeria, polipetti, stalle, maiali.
Lei, dal casato così stimato e rinomato, tanto che un suo avo era stato ispiratore dello stesso DeAmicis che ne aveva fatto il personaggio principale del libro Cuore. Il più incisivo e straordinario per intenderci, di certo molto più memorabile di quelle altre mezze calzette di Bottini o peggio, Garrone.
Lei, che da piccola era stata cresciuta a pasticcini farciti di miele del Camargue e aveva dormito tra candide lenzuola di cotone della Persia, che faceva il bagno solo se nella vasca venivano versate copiose manciate di sali del Mar Morto e indossava sempre guanti di seta giapponese, era ora ridotta a sciacquare tazzine e battere scontrini alla cassa di un ristorante. Come era potuto succedere?
Avrebbe dovuto dar retta a suo padre, buonanima. Il defunto conte De Nobis glielo aveva sempre detto.
-Bimba mia – diceva – ricordati che gli olandesi sono tutti maiali!
A dire il vero suo padre ce l’aveva tanto con gli olandesi, e con tutti i Paesi Bassi tanto per tenersi larghi, a causa di un fantino di Dordrecht che gli aveva fatto perdere ben più di una proprietà al gioco. Ma a Carolina questo cattivo presagio non era entrato in testa e a ventidue anni era fuggita insieme ad Hans, scultore anarchico di Rotterdam squattrinato e con poco talento. La sua creazione più famosa era stata “Semaforo contro il potere”, un’opera di denuncia su come la segnaletica stradale sia un complotto dei potenti per tenerci soggiogati, e per esprimere il senso di ribellione a questa insopportabile dittatura il semaforo di Hans aveva tutte le luci invertite. L’unico problema era che Hans aveva realizzato il suo capolavoro all’incrocio principale della città, mandando in crisi il traffico dell’ora di punta e causando parecchi tamponamenti così alla fine era stato arrestato per danneggiamento della pubblica proprietà.
Carolina aveva lasciato Hans ed era tornata a casa, ma nel frattempo suo padre si era giocato ai cavalli, e su un fantino napoletano, tutto quel che restava del loro patrimonio.
-Ah, guardati dai napoletani,-aveva detto il padre esalando l’ultimo respiro - sono tutti porci!
E adesso, come se su di lei fosse caduto un anatema, si ritrovava insieme a Gaetano, cuoco partenopeo, a gestire una pizzeria di Posillipo con tanto di insegna luminosa che diceva così:”Dalla Contessa, specialità polipetti ripieni!”.