
OTTO PAROLE (su gentile richiesta di Gyacinta): vicolo, grattacielo, perdersi, Paul Auster, sentiero, destino, Italo Calvino, Gyacinta (+ Barbara).
Carmen Gonzales camminava per le strade di Manhattan con le spalle un po' incurvate per la soggezione.
C'era da perdersi fuori dal vicolo dove era vissuta tutta la vita ma aveva fatto una promessa e ora camminava lungo il borough intabarrata nel suo cappotto di panno blu, con il plico sotto il braccio e il foglietto dell'indirizzo in mano. Il Crystal Cobalt era piuttosto basso per poterlo definire un grattacielo, ma restava comunque molto più grande di qualsiasi costruzione in cui Carmen fosse mai entrata.
-Estoy cercando mister Jeff DeBarbara- chiese timidamente all'usciere.
Ramon le aveva detto che era un editore molto importante, talmente importante da rifiutare nella sua scuderia gente del calibro di Philip Roth o Paul Auster. Carmen aveva annuito a quei nomi, anche se non li aveva mai sentiti prima.
-Non me vorrà veder, nunca- pensò rivolta al plico.
E invece, per un benigno scherzo del destino, dopo un paio d'ore fu ricevuta dal pezzo grosso in persona.
-Buongiorno signora- esordì DeBarbara.
-Ricevo sempre un postulante al mese- spiegò notando l'espressione incredula della donna. -Mi lasci indovinare, lei ha scritto un capolavoro e vuole sottoporlo alla mia attenzione, dico giusto?
-No senor, io non escribo neanche la lista para la spesa.
-Ah! E allora cosa vuole da me?
-Te devo dare esto, es da parte de Ramon- rispose porgendo la busta.
-Uno scrittore?
-No, era el camarero all'hotel Bella Italia. Ora però es vecchio, es moribundo.
DeBarbara ciucciò il suo sigaro in silenzio, lasciando andare i pensieri per qualche misterioso sentiero.
-Che storia c'è dietro?
-Ramon leggeva los libros siempre. Era su unica pasion. Lavorava e leggeva, leggeva e lavorava. Solo trabajo e lectura. Un dia ariva nel albergo un grande escritor famosissimo. Ramon era così felice porquè anche lo escritor era original de Cuba, proprio come lui. Così Ramon ha fatto peccato: entrò nella sua camera in oculto e silenzioso, ha apierto una borsa piena de carte e ha rubato un fojo.
-Cosa c'era scritto sul foglio?
-Una fabula. Ma lui non l'ha letta, nunca. Solo el titulo, poi l'ha richiusa. Ma se vergognò a volverla indietro. Ahora Ramon esta per morir.
-E perchè la vuole dare proprio a me?
-Ramon dice che te conosce. Anche tu vai siempre all' Hotel Bella Italia. Ramon dice che tu es abastanza loco per restituir la fabula al pueblo.
-Ramon mi cede la sua refurtiva perché pensa che io sono matto?
Carmen si alzò e se ne andò senza aggiungere altro.
Quello che doveva fare lo aveva fatto e ora poteva tornare a casa.
DeBarbara rimase solo nel suo ufficio a ripensare a quella strana storia.
Non aveva creduto ad una parola: probabilmente la favola non era di qualche misterioso scrittore ispanico del passato ma l'aveva scritta Ramon in persona, o forse la stessa Carmen.
Quella era tutta una balla inventata apposta per incuriosirlo. La cosa migliore sarebbe stata strappare la cartella e andare a pranzo ma in fondo una cosa giusta lei l'aveva detta: Jeff era abbastanza loco.
Aprì il pacco e guardò il frontespizio: "Gli orti di Gyacinta, di Italo Calvino".