martedì 24 agosto 2010

Il lillà indiano



OTTO PAROLE
(dal cd di canzoncine dei pupi) : denti, inchino,capelli, panni,verdura, gambe, amico, capitano.

-Se mi permette un consiglio, milady, le suggerirei di non affacciarsi in questo momento- disse Perkins dopo aver aperto le tende del salone come gli era stato chiesto pocanzi da Lady Wester intenta alla sua colazione.
Il suo tono era calmo e imperturbabile ma la richiesta suonava oltremodo bizzarra.
-Non ho voglia di farlo- rispose milady sorseggiando il suo tè - ma nel caso mi andasse perché non dovrei?
-Per non rovinare una serena digestione- rispose Perkins con un piccolo inchino.
Milady non seppe resistere alla curiosità eppure guardando dalla finestra del palazzo dei suoi avi tutto si sarebbe aspettata tranne che una mandria di mucche al pascolo nel suo meraviglioso giardino vittoriano. Quasi le cedettero le gambe dalla sorpresa.
Mucche?
Se i suoi capelli non fossero già stati bianchi lo sarebbero diventati di sicuro.
Quelle volgarissime e puzzolenti bestie dallo sguardo acquoso strappavano con i loro denti bovini i delicati germogli primaverili, i rododendri, le eriche, e -orrore- trasformavano in verdura da ruminanti il lillà indiano che il suo povero papà, il capitano Wester, aveva portato con sé dalle colonie tanti anni addietro.
Se non fosse stata educata nei più rigidi collegi del Regno si sarebbe messa a urlare e sbraitare per l'indignazione, ma visto che era una vera lady se ne rimase ferma in silenzio ad osservare quello scempio accanto a Perkins che, dal canto suo, se invece di mucche si fosse trattato di mammut non avrebbe perso la sua espressione impassibile.

Solo quel pomeriggio milady poté dare sfogo alla sua frustrazione, sulla spalla del maggiore Horace, vecchio amico di famiglia.
-Non mi sono mai sentita tanto disperata. Mettetevi nei miei panni maggiore, non si tratta solo del giardino, che di per sé era bellissimo, ma quella pianta di lillà aveva un valore affettivo incalcolabile.
-O povera cara, ma come è potuto accadere?
-Ah, tutta colpa delle nuove siepi di pisello odoroso che sono state piantate all'ingresso. Pare che il pisello sia talmente odoroso che le vacche , concedetemi il termine, non abbiano resistito.
-Davvero spiacevole.
-Oh, il lillà indiano di mio padre! Quanto lo rimpiango. L'aveva portato dalla giungla come pegno d'amore a mia madre. Non potrò mai sostituirlo.
Il maggiore Horace si affacciò sui resti del giardino di milady, un capolavoro di botanica da sempre orgoglio del maniero. Mentre contemplava la terra smossa, le aiuole calpestate e i cespugli divelti una sensazione di euforica speranza montava dentro di lui. Da quarant'anni era follemente innamorato di milady ma non era mai riuscito a trovare le parole adatte per dichiararsi e chiedere la sua mano. Ora forse non tutto il male veniva per nuocere.
-Se potrà in parte riparare la vostra perdita e riportare il sorriso sul vostro volto io ho intenzione di partire per l'India, affrontare tutti i pericoli della giungla, ritrovare un esemplare identico a quello distrutto e riportarvene una talea da trapiantare.
-Sir Horace, partire per l' India? Di certo state scherzando. Non offendetevi se vi ricordo che avete una certa età.
-Il momento migliore per abbracciare l'avventura-rispose lui, già vedendosi di ritorno dopo mille pericoli con le braccia piene di fiori esotici e la dama, conquistata dalla sua devozione, che cadeva ai suoi piedi.
-Non avete tutti i torti- meditò milady. -Ma sarà meglio che io venga con voi, caso mai abbiate bisogno di un'infermiera per i malanni.
Il maggiore Horace si sentì commosso da tanta premura. Un viaggio in terre lontane loro due da soli era molto più di quanto avesse mai osato sognare.
-Non era quello che avevo in mente, milady, ma se davvero nutrite il desiderio di partire con me...
-E porterò anche Perkins. Capirete, anche lui comincia ad essere attempato e poi si annoierebbe a restare a casa.
Perkins? Quel vecchio barbagianni pomposo alle costole,colui che da quarant'anni riusciva a interrompere i rari momenti in cui il maggiore riusciva quasi a farsi coraggio per la dichiarazione. Se lo trovava sempre in mezzo, ogni volta con quel suo tono impeccabile e il suo tempismo fuori luogo.
-Ecco ...-farfugliò il maggiore.
-Perkins- esclamò lei entusiasta. -Vuoi essere dei nostri?
-Eccellente idea, madame.

Fu così che si formò la compagnia del lillà indiano e due giorni dopo Milady, il colonnello Horace e Perkins partirono per la loro impresa ricca di colpi di scena.

14 commenti:

annarita ha detto...

È sempre un divertimento leggere queste piccole sfide, brava! salutissimi, Annarita

Barbara Cerquetti ha detto...

Annarita: grazie mille! Dai dai, dammi otto parole anche tu ;-)

giacy.nta ha detto...

Galeotto fu il lillà...
Complimenti, un'atmosfera vittoriana davvero piacevolissima.
A presto,
Giacinta

Barbara Cerquetti ha detto...

Giacynta: grazie. Martedì prossimo tocca al tuo :-)

aura ha detto...

Sei bravissima!

:-)

Aura

zena ha detto...

Sono dei piccoli gioielli questi racconti. Godibili e leggeri.
ciao, Barbara.
zena

Barbara Cerquetti ha detto...

Aura: grazie mille.

Zena: detto da una grande "orafa", questo complimento è ancora più bello

anneheche ha detto...

No! No!
Questo deve continuare: primo perché è scritto in modo splendido; secondo perché voglio fare il viaggio con loro!
Laddove, tu ti rifiutassi di seguire il mio OTTIMO consiglio, per vendetta trasformerò Carrick in un gay frustrato e cocainomane.

Barbara Cerquetti ha detto...

Anneheche: non mi toccare Carrick! Qualcosa inventerò ... prima o poi ;-)

yuma ha detto...

concordo con Anneheche ! Stavolta hai esagerato , qui o si fa una saga Ballantyne/Courteney o si muore (senso figurato neturalmente)

Spiacente, ti sei cacciata in un vicolo cieco:-)))

Barbara Cerquetti ha detto...

Yuma: Wilbur Smith? Vedi che ne ho ancora di pane da mangiare...io avevo in mente Woodehouse! :-)

Anonimo ha detto...

Ma è troppo carino! ti fa i complimenti anche riccardo...me la vedo lady Wester in groppa all'elefante con in mano il fazzoletto di seta ricamato!!!!e a seguire il vecchio Perkins con la boccetta dei sali sempre pronta... potremmo metterla in scena con Sauro!!!!ahahahaha! magari...
cmq... le mie parole sono:
pecora,rum, cattedrale, occhiali,pungitopo,finestra,allergia, lettera.
il mio messaggio è lungo come un poema, perciò ti saluto... e scrivi scrivi!
elena

anneheche ha detto...

Quoto yuma :-)

Pantera ha detto...

Ciao a tutti! Scusate se non mi faccio sentire da un po', ma ho letto i vostri ultimi post e devo ammettere che, a contrario di me, avete continuato questi blog al meglio! Bacioni dalla vostra Pantera!